Preparativi per la prossima guerra mondiale

 

La via della guerra: dall’Afghanistan e l’Irak, passando per l’Iran, fino all’India e la Cina

Hendrik Vaneeckhaute

20 Maggio 2006

 

Non mi piacciono gli articoli allarmisti e drammatici. Mi piacerebbe cominciare questo testo esprimendo la speranza che le mie analisi siano sbagliate, come capita sempre più spesso, e che sia tutto un brutto incubo. Ma i trascorsi non ci aiutano in questo senso, ed i fatti occultati dai media indicano che si stanno mettendo in moto i preparativi per uno scenario di varie guerre nucleari.

 

Gli inizi di una guerra.

Le guerre non scoppiano da sole. Esistono sempre alcune fasi previe, che preparano la struttura statale e la società per la guerra. Invariabilmente, la costruzione dell'immagine del nemico che costituisce un pericolo per l'esistenza stessa del paese è la “conditio sine qua non” per preparare la popolazione ad una guerra. E la guerra è sempre presentata come difficile e piena di sacrifici (per la popolazione, naturalmente, non per i governanti), ma la vittoria come se fosse sempre fuori dubbio, per la semplice logica che “giustizia” e “ragione” stanno dalla propria parte.

Per la creazione del nemico sono necessari, insieme al discorso ufficiale pieno di manipolazioni, esagerazioni e bugie, alcuni fatti che diano prova della pericolosità del nemico. Normalmente, in una prima fase, si prendono delle misure contro quel nemico dichiarato con l'obiettivo di provocarlo e generare qualche atto di violenza. Nel caso in cui non si ottenga tale violenza, nella storia la scusa perfetta per dichiarare guerra è sempre stata un'azione coperta, azione che però che viene attribuita al nemico. Vari esempi di questo genere di strategia usata dagli USA, sono descritti in dettaglio nel testo “La strategia dell'attacco provocato" [1].

Parlando della seconda guerra mondiale normalmente si considerano gli anni dal 1940 fino al 1945, ma in realtà, in Germania, Hitler ha preparato il paese alla guerra per quasi tutta gli anni 30’. Centinaia di persone denunciarono questi preparativi, ma i governanti europei e statunitensi non fecero loro caso. Al contrario, l'economia nascente in Germania era fonte di grossi interessi economici. Solo per fare un esempio, il nonno dell'attuale presidente USA, Bush, come direttore della banca Brown Brothers Harriman, mantenne i suoi interessi commerciali con Hitler e le sue SS fino al 1942, quando finalmente il Congresso statunitense proibì il commercio coi nazisti.

Lo scenario per organizzare le guerre contro l'Afghanistan e l'Iraq non è stato molto diverso.

Non è neppure diverso lo scenario della prossima guerra contro l'Iran.

 

Preparando la guerra contro l'Iraq.

I piani d'invasione dell'Iraq furono progettati vari anni prima degli attentati dell’11 settembre 2001. Quello fu solo il detonatore ufficiale atteso per l'avviamento di quei piani.

L'attacco all'Afghanistan fu quasi immediato, e per preparare la popolazione bastò la ripetizione delle immagini del 11S condite con spiegazioni circa il presunto vincolo del regime afgano coi terroristi. Decine di migliaia di afgani sono morti, senza avere niente a che vedere con gli attentati in USA, né è mai stata presentata nessuna prova che dimostrasse il legame dei talibani con la pianificazione, il finanziamento e la preparazione dei piloti suicidi. Non sono mai state prodotte prove che dimostrino che gli aeroplani furono davvero sequestrati in volo, e non, per esempio, teleguidati. Al contrario, da ciò che è stato presentato dai media, si può dedurre che gli attentati furono organizzati in Europa occidentale (e tra gli altri, nello stato spagnolo, dove avvennero varie riunioni), vari piloti suicidi furono allenati in USA, l'ideologia religiosa ricevuta fu spinta dall'Arabia Saudita e tutta l'organizzazione era a carico di una struttura costruita con denaro ed armi fornite dallo stesso governo USA e sotto il comando di Ben Laden, ex collaboratore della CIA.

Servì a poco la volontà del regime talibano di consegnare Ben Laden, dato che gli obiettivi dell'attacco erano altri. L’Afghanistan, in realtà fu solo un diversivo obbligato, un passo prima del vero obiettivo: l’Iraq.

Per giustificare la guerra seguente, quella contro l'Iraq, si dovette manipolare l'opinione pubblica con bugie sulla pericolosità di Saddam Hussein e le sue relazioni con Al Qaeda, oltre a generare un stato di paura generalizzata attraverso gli allarmi di nuovi attacchi. La popolazione USA fu mantenuta in un stato di psicosi e di paura, non solamente per garantire un appoggio “popolare” agli attacchi, ma anche per ottenere la vittoria elettorale del presidente in guerra, Bush. Benché l'opinione pubblica del mondo si esprimesse contro l'imminente guerra attraverso manifestazioni di massa, il regime di Bush trovò gli appoggi necessari in alcuni governanti che lo servirono da “utili idioti” per poter presentare una falsa “coalizione internazionale”. Più di cento mila iracheni innocenti furono assassinati dai  missili lanciati su quartieri popolari, scuole, ospedali, mercati, treni ed installazioni di servizi basilari. Né la conoscenza dei crimini contro l'Umanità, come la pratica sistematica della tortura e l'impiego di armi proibite (come le armi chimiche), né le immagini e le testimonianze dei carcerati nel campo di concentramento di Guantánamo hanno prodotto un rifiuto reale da parte dei leader europei. Per esempio, Germania e Belgio, due stati che ufficialmente si opposero all'invasione, misero a disposizione USA tutta la loro infrastruttura pubblica per il trasporto di truppe e materiale militare. Parlavano di una guerra illegale, ma nella pratica furono complici. Il presidente del governo dello Stato Spagnolo che ritirò le sue truppe dall'Iraq, ha lasciato a disposizione delle truppe d’invasione statunitensi le basi militari, le installazioni civili, gli aeroporti. La sua opposizione a quella che lui stesso definì una guerra illegale, non è nient'altro che propaganda elettorale perché non ha mai ritirato l'appoggio logistico alle truppe d’occupazione.

La mancanza di un'opposizione reale, facilita gli USA nel seguire la sua strategia bellica e proseguire con l’obiettivo seguente.

 

Dall'Iraq all'Iran: dalla guerra nucleare occultata verso la guerra nucleare aperta.

Il fallimento della guerra contro l'Iraq e la crescente protesta interna in USA potrebbero portarci a pensare che gli USA non faranno nessun’altra guerra. Ma le menti malate dell’entourage di Bush non sono disposte a perdere tutto quello che stanno guadagnando con la situazione attuale. Per mantenere i loro elevati benefici, soprattutto nei settori del petrolio e dell’industria bellica, sono disposti a tutto.

L'Iran sembra la scusa perfetta per continuare col business della guerra. La campagna mediatica contro il paese è già a buon punto. La creazione dell'immagine del nemico pericoloso si sta imponendo con la piena complicità dei media. Le bugie, come la volontà del presidente dell'Iran di “cancellare Israele della mappa” o la sua “negazione dell'olocausto” [2] appaiono citati da vari autori, perfino nei media dell’informazione alternativa. Si usa, di nuovo, lo spauracchio delle armi di distruzione di massa, dicendo che il governo dell'Iran vorrebbe fabbricarle. Malgrado non esista alcuna prova di ciò, e malgrado si sappia che quella scusa nel caso dell'Iraq fu tutto una montatura, i governanti europei servono (di nuovo) da utili idioti e seguono a Bush nella sua campagna di preparazione bellica. Ultima, e forse più importante, sarà la tesi che la resistenza in Iraq può finire attaccando l'Iran. Le relazioni di intelligence riferiscono che la resistenza in Iraq conta sull'appoggio dell'Iran. Questa sarà la scusa chiave per battere la resistenza interna in USA alla guerra in Iraq e creare un nuovo fronte di guerra. Inoltre, non stupirebbe se si stessero preparando nuovi allarmi di attacchi terroristici, per rimuovere i sentimenti di paura e ricreare lo stato di psicosi incluso qualche tipo d’attacco di Ben Laden, di cui, tra l’altro, è già apparso un nuovo video.

Si sa che il vicepresidente Dick Cheney ha istruito lo USSTRATCOM [Comando Strategico Usa] affinché elabori un piano di contingenza per "essere usato come reazione ad un altro attacco del tipo del 11-S contro l’América".  [3] Questo piano includerebbe "un attacco aereo su grande scala contro l'Iran, usando armi convenzionali e nucleari tattiche." [4] Secondo Chossudovsky, "la pianificazione dei bombardamenti aerei dell'Iran cominciò a metà del 2004, in conformità con il CONPLAN 8022 dell’inizio del 2004. Nel maggio del 2004, venne emessa la Direttiva Presidenziale di Sicurezza Nazionale NSPD 35 intitolata “Autorizzazione allo Spiegamento di Armi Nucleari" [5] Nello stesso articolo Chossudovsky si riferisce ad una relazione edita su Yeni Safak (Turchia) che suggerisce che gli USA: "usino armi nucleari tattiche del tipo B61 nel sud dell'Iraq come trampolino per attaccare l'Iran, se e quando l'Iran risponderà ad un attacco israeliano contro le sue installazioni nucleari." [6]

 

Gli USA stanno conducendo una guerra nucleare nascosta contro l'Iraq dalla guerra del Golfo del 1991.

L’uso su grande scala di uranio impoverito ha contaminato la maggior parte del paese e sta causando una devastazione sulla popolazione, soprattutto nel sud del paese. [7] Dal 2003, gli USA stanno sviluppando nuove armi nucleari, in violazione del Trattato di non - proliferazione delle armi nucleari (TNP). [8] Le cosiddette “mini - nukes” o “mini bombe nucleari” sono capaci di distruggere depositi di armi ed ogni tipo di installazioni militari e civili. La parola “mini” è abbastanza relativa. Si sta parlando di bombe che avranno solo tre volte meno la potenza della bomba esplosa su Hiroshima. In giugno, gli USA faranno un test con l’esplosione de 700 tonnellate di prodotti chimici per simulare l’esplosione di una “piccola” bomba nucleare. [9] Probabilmente l'Iran sarà uno scenario di guerra nel quale si proveranno sul terreno queste nuove armi nucleari. L'idea è di distruggere localmente certe installazioni, senza preoccuparsi dei danni alla popolazione, né dell'inquinamento nucleare, ma di conservare le installazioni industrie petrolifere intatte, quello sì. In "I pericoli di una guerra nucleare nel Medio Oriente" [10], Michel Chossudovsky spiega come gli USA hanno continuato ad elaborare il discorso dell'uso di armi nucleari in combinazione con le armi convenzionali.

Nel piano di attacco all'Iran, all’inizio, non è prevista un'invasione su grande scala, perché non dispongono più di truppe, bensì di un intenso attacco aereo. L'appoggio dell'Unione Europea e della NATO non è certo di oggi, anche se sembrano solo disposti a continuare ad appoggiare gli USA nei suoi tentativi di ottenere una condanna del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il che sarebbe sufficiente per giustificare un attacco militare. Alcuni analisti, come Michel Chossudovsky [11] credono che la NATO ha già dato il via libera, sebbene non trapeli ancora.

Altri, come Wayne Madsen [12], pensano che un attacco all'Iran potrebbe causare una spaccatura dentro la NATO. Quello che sembra spaventare i complici europei è l'inevitabile sviluppo nucleare della guerra.

Per gli USA, l'Unione Europea non farà nessuna opposizione reale ad una nuova guerra, anche se nucleare. La Francia sembra già avere preso posizione: benché si sia mantenuta al margine di un conflitto diretto con l'Iran, ha già reso noto che è disposta ad utilizzare le sue armi nucleari in caso qualche stato (leggi l'Iran) o gruppo di stati colpisca per ritorsione i suoi interessi.

 

Gli Stati Uniti, nel loro attacco all’Iran devono prendere in considerazione Turchia, Russia, India e Cina.

La Turchia, come stato musulmano membro della NATO e vicino allo scenario di quel nuovo fronte di guerra, non creerà troppi problemi. Durante gli ultimi mesi c'è stato una intensa serie di contatti fra alte cariche statunitensi e il governo turco. L'atteggiamento del governo turco, ambiguo durante gli inizi dell'invasione dell'Iraq, non è chiaro, ma non c'è il minimo dubbio che la Turchia è un paese “comprabile” dagli Stati Uniti. Gli elevati interessi economici dei generali turchi, la questione Kurdistan o l'ingresso nell'Unione Europea, sono solo alcune delle questioni che possono essere soggette ad accordi favorevoli come ricompensa di un atteggiamento di non - opposizione.

Il ruolo della Russia, per le conseguenze internazionali di un attacco all'Iran, è decisivo. Nel passato, i governanti russi si sono lasciati “comprare” per cedere ad un intervento militare al quale all’inizio si opposero. I bombardamenti di Kosovo e Serbia da parte della NATO sono un buon esempio. La Russia lasciò la sua opposizione ai bombardamenti sulla Serbia in cambio di un prestito milionario del FMI, e carta bianca per trattare il problema della Cecenia come un problema “interno” Ma la Russia attuale non è più come allora. Per esempio, con la chiusura del rubinetto del gas, alcuni mesi fa, Putín ha lasciato il nord dell'Europa al freddo. Ma un “problema” con l’Ucraina, era una dimostrazione di potere di fronte all'Europa. Mosca ha continuato a costruirsi nuove alleanze e nuovi alleati: Cina, India ed Iran. A quest’ultima, la Russia ha venduto armamenti sofisticati. Anche se Putin sembra opporsi verbalmente, fino ad ora le sue azioni pratiche non sono state conseguenti con la sua opposizione. Ma Putin ha alte aspirazioni, e sicuramente, gli Stati Uniti sapranno manovrarlo affinché neanche la Russia vada oltre una protesta verbale. Di fatto, il capo dello Stato maggiore dell’esercito russo, generale Yuri Baluyevski, ha dichiarato che in caso d’offensiva militare contro l’Iran, “la Russia non interverrà né da una parte né dall’altra”.

L'India è un altro stato che inizialmente si è schierato contro un attacco all'Iran. Il suo Primo Ministro aveva garantito ala comunità musulmana che l’india non avrebbe mai tradito gli interessi iraniani. [14] Ma nonostante questa promessa, l'India ha votato a favore nella riunione dell'OIEA, la riunione che ha che deciso di rimettere il caso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il prezzo pagato dagli USA per il “servizi prestato” è stato un accordo di collaborazione nucleare con gli Stati Uniti, che implica un riconoscimento pubblico dell'India come potenza nucleare.

Anche la Cina è contraria ad un attacco all'Iran, ma probabilmente non eserciterà altro che un’opposizione verbale. Non permetterà una risoluzione nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU favorevole ad un attacco all'Iran, come non lo farà la Russia, ma la cosa più probabile è che “lascerà correre”, nonostante gli interessi petroliferi che ha in Iran.

Per capire quell'abbandono da parte di Russia, India e Cina, quanto ai loro interessi con l'Iran, bisogna pensare in termini geopolitici globali e a lungo termine. Nella regione, nell'ultimo anno si sono mosse molte pedine che dimostrano una crescente ed accelerata interazione di vari stati, persino contraddittoria. Alcuni esempi:

- Pakistan, India ed Iran hanno raggiunto un accordo per la costruzione di un gasdotto di 2.600 chilometri, ed è in fase di progetto un altro che unirebbe l'India con l’Iran, Turkmenistan, Kazakistan, Cina e Birmania. [15]

- Lo scorso 21 febbraio, Cina e Pakistan hanno firmato tredici accordi ed un memorandum su energia, difesa, commercio e comunicazioni. [16]

 - Pakistan, India ed Iran sono stati ammessi come osservatori dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (SCO, nelle sua sigle in inglese)

- La Russia, recentemente, attraverso la SCO ha condotto esercizi militari a tre (nome in codice "Indira" 2005), tra Russia, Cina e India.

- Lo scorso anno, Russia e Cina hanno fatto le loro prime manovre militari uniti, in terra, mare e aria.

Nel gioco macabro delle relazioni internazionali, e delle aspirazioni malate di volere costruire nazioni e grandi imperi, le alleanze possono essere molto inaspettate. Lasciare che gli USA affondino ancora di più in un'altra guerra di usura, per alcuni può essere l’opportunità di sostituirsi all'impero USAmericano decaduto.

Benché Cina ed India si oppongano attivamente ad un attacco all'Iran, gli Stati Uniti proseguirebbe coi loro piani militari, perché neanche la guerra contro l'Iran è il punto finale della strategia bellica USA per mantenere la sua posizione imperialista. L'opposizione delle due potenze in rapida crescita è il punto di partenza desiderato dagli USA per culminare nel loro tentativo di mantenere la dominazione globale.

 

Dell'Iran a Cina ed India: la guerra globalizzata per assicurare l'impero USAmericano.

In dollari, prendendo in considerazione la differenza nel costo della vita, Cina ed India rappresentano già il 20 % del PIL del mondo. Il ritmo di crescita delle loro economie durante gli ultimi 15 anni è stato del 6 % per la Cina e del 8 % per l'India. Si tratta di due nuove potenze che in un futuro, non lontano, non potranno più essere ignorate.

Fino ad ora, la Cina fa parte dello scenario economico mondiale che genera i benefici milionari, per le multinazionali ed i suoi principali azionisti. In questo senso non è un competitore per il grande capitale, al contrario. Ma la Cina sta entrando rapidamente in conflitto con gli interessi capitalisti occidentali tradizionali in due diversi modi. In primo luogo, l'auge di Cina ed India sta creando in modo troppo rapido nuovi consumatori. Nel frattempo, non si riescono con sufficiente rapidità ad imporre le riforme destinate ad abbassare il livello di vita in Europa, e con ciò ad “espellere” i consumatori eccedenti. Quello significa che la pressione sulla materia prima necessaria per mantenere il modello consumistico, cioè dell'attuale modello capitalista, cresce in modo troppo rapido. In prima istanza questa pressione suppone una crescita spettacolare dei benefici di alcune multinazionali, ma a medio termine non sarà più sostenibile. Cina ed India in questo senso sono competitori non desiderati. Il secondo conflitto sta sorgendo per le risorse che stanno generando le crescenti economie di Cina ed India. Queste risorse finanziarie permettono ad entrambi gli stati di costruire un potere politico, economico e militare che rischiano l'egemonia dell'Occidente tradizionale.

L'India negli gli ultimi quattro anni ha importato armi per un valore di quasi 9.000 milioni di dollari.

La Cina ha superato le importazioni di armamenti per un valore di più di 10.000 milioni di dollari. Le importazioni dei due paesi, insieme, sono più del 25 % del traffico internazionale di armi.

E tuttavia si può ancora dire che siccome i due stati costituiscono quasi il 40 % della popolazione mondiale, sono ancora sotto il loro livello “normale”.

Davanti a questo pericolo per l'egemonia, per gli Stati Uniti non c’è niente di meglio che creare conflitti in cui i competitori si esauriscano. Gli USA non entreranno in un conflitto bellico in modo diretto, ma manterranno vivi due scenari di usura per le future potenze.

Nel caso dell'India, gli USA possono decidere in qualunque momento di far rivivere il conflitto col Pakistan. Quest’ultimo, una dittatura militare, che straccia i Diritti umani, che possiede armi nucleari, è stato implicato nel terrorismo internazionale, ma è uno stato vassallo degli Stati Uniti. (Curiosamente non è mai stato oggetto di nessuna critica nordamericana o del Consiglio dell’ONU, nonostante ne combini più di ogni altro stato, ad eccezione di Israele, o delle false accuse lanciate contro Iraq o Iran.) Nel frattempo, USA ed Europa si avvantaggiano in modo scandaloso del commercio del traffico di armi. Solo un anno fa, per esempio, gli Stati Uniti hanno venduto ad entrambi gli stati, India e Pakistan, aeroplani capaci di trasportare armi nucleari. Una guerra tra l'India e Pakistan, per l'India sarebbe così distruttrice da eliminare qualunque pericolo di concorrenza da parte di questa nuova potenza economica.

Nel caso della Cina, Taiwan è perfetta per implicare il potenziale Drago Imperiale in un conflitto bellico. Il presidente taiwanese Chen ha vinto le elezioni con la proposta di redigere una nuova Costituzione in cui risaltasse il carattere "sovrano ed indipendente" di Taiwan. Il governo della Cina ha reagito con una legge che stabilisce che qualunque tentativo di legittimare un autogoverno indipendente nell'isola mediante la modificazione della Costituzione taiwanese, potrebbe avere come conseguenza un'azione militare da parte della Cina. Bush, al momento, ha chiesto a Taiwan di non modificare lo status quo, ma ha anche avvertito che avrebbe fatto “tutto il necessario” per difendere l’isola da un attacco della Cina Popolare. [17] Così mantiene la chiave per creare uno scenario bellico quando convenga agli Stati Uniti.

Inoltre, negli ultimi anni, gli USA hanno continuato a circondare la Cina di basi militari. Ci sono truppe in Corea del Sud, Tagikistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Afghanistan, Pakistan, Singapore, Indonesia e Filippine.

 

Gli USA, un impero in decadenza.

Nonostante i modi da impero onnipotente, gli Stati Uniti stanno declinando definitivamente.

 [18] La loro moneta, come riferimento dell'economia mondiale sta perdendo forza, di conseguenza il potere economico USA perderà rapidamente la sua forza. Le forze militari USA sono disperse nel mondo, stanno cercando di controllare tutti i fronti, ma in realtà ne stanno perdendo il controllo. Ne sono esempio la perdita d’influenza in America Latina o l'usura in Iraq, quest’ultima di gran lunga più grave di quanto pianificato.

Gli USA, ormai in declino, tenteranno di difendersi come un cane impazzito. Per questo sono un pericolo più grande di prima, perché le loro azioni saranno sempre meno razionali, saranno piuttosto scatti imprevisti, per un tentativo disperato di mantenere il controllo economico e militare globale.

Conclusioni:

Per qualunque persona con un minimo d’empatia e senso di rispetto agli altri, lo scenario di una potenziale guerra mondiale è talmente orribile che dovrebbe fare tutto ciò che può per evitarlo. Ma Bush e i suoi, insieme ai governanti al servizio del delirio del potere e del capitale, hanno dimostrato tutto il contrario. Il numero di persone massacrate in Iraq e Afghanistan probabilmente è già oltre i 200.000. Sembra che la sua sete di sangue e petrolio non si sia ancora placata.

La storia ci insegna che le guerre sono state sempre desiderate dai governanti per ragioni diverse.

L'attuale governo USA vuole entrare in guerra con l'Iran, spinto da diverse ragioni:

1 - Nonostante gli antecedenti (per esempio Vietnam ed Iraq) credono di poter vincere contro l'Iran e di limitare l’estensione del conflitto.

2 - La lobby pro - Israele spinge verso la distruzione dell'Iran per garantire l'annientamento di tutta la resistenza araba contro il suo progetto sionista.

3 - Gli USA stanno perdendo il controllo su gran parte delle riserve mondiali del petrolio, base fondamentale della loro economia.

4 - Gli USA pensano di poter controllare la situazione in Iraq controllando l'Iran.

5 - L'ambiente di Bush, quelli che comandano realmente, rappresentano elevati interessi per la prosecuzione della guerra.

6 - La probabile mancanza di una risoluzione del Consiglio dell’ONU favorevole a questo attacco militare da parte USA non sarà un impedimento perché ciò accada. La segretaria di Stato statunitense Condoleezza Rice ha già detto che “il diritto all'autodifesa non ha bisogno di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.”

Inoltre, i governanti statunitensi possono essere sul punto di cercare un conflitto su grande scala per varie ragioni:

1 - L’escalation del conflitto forzerà l'Europa e la NATO, a partecipare e così a pagare parte delle spese di guerra.

2 - Coinvolgere le future potenze Cina ed India in guerre usuranti e autodistruttive. In questo modo minare il SCO, un’alleanza che sta rafforzandosi e che può diventare un organo potente, che rappresenta oltre la metà della popolazione mondiale. [19]

3 - Evitare il collasso inevitabile del proprio impero. Diversi analisti segnalano molte ragioni per le quali il collasso si avvicina a medio termine.

Benché il danno alla propria società ed economia possa essere molto elevato, la supremazia militare ed economica USA gli fa pensare che continueranno ad essere i più forti anche dopo un conflitto globale.

I fondamentalisti religiosi nell'ambiente della Casa Bianca, perfino lo stesso Bush che più di una volta ha insinuato di agire per conto di Dio, possono portare l'ultima ragione per un conflitto globalizzato: l'Apocalisse. La conseguenza di un conflitto globale nucleare stabilirà che gli USA sono il paese eletto. [20]

È difficile immaginarci che tutto ciò, un’escalation bellica con milioni di vittime, sia pianificato e pensato tanto freddamente. Ognuno dei fronte bellici descritti (USA - Iran, India - Pakistan, Cina -Taiwan come minimo), sono già progettati nei piani bellici USA. La loro esecuzione si è messa in moto col sacrificio di 3.000 persone, per lo più lavoratori, in un attentato perfettamente pianificato ed eseguito.

 

[1] testo disponibile in sezione Testi della pagina web dell'autore: http://www.pangea.org/hendrik /

[2] due bugie smontate nel testo “Il presidente dell'Iran vuole cancellare Israele dalla mappa e nega l'Olocausto?", Anneliese Fikentscher ed Andreas Neumann, Rebelion 28 aprile 2006.

[3] "I pericoli di una guerra nucleare nel Medio Oriente", Michel Chossudovsky, Rebelion 12 marzo 2006.

[4] Philip Giraldi: "Attack on Iran: Pre-emptive Nucleare War", The American Conservative,

2 agosto 2005.

[5] "I pericoli di una guerra nucleare in Medio Oriente", Michel Chossudovsky, Rebelion 12 marzo 2006.

[6] Ibrahim Karagul, "Gli Usa spiegano armi nucleari in Iraq contro l'Iran", (Yeni Safak. 20 dicembre 2005, BBC Monitoring Europe.

[7] vedere anche:  "Gli Stati Uniti sanno ammazzare, ma ammazzano meglio con bombe all’uranio", Ernesto Carmona, Rebelion 7 novembre 2004; "L'uranio impoverito è un ADM (Arma di Distruzione di Massa)", Leuren Moret, Rebelion 27 ottobre 2005.

[8] il 26 novembre 2003, l'Organismo Internazionale per l’Energia Atomica (OIEA), ha approvato una risoluzione nella quale chiede all'Iran di adempiere ai suoi obblighi internazionali in quanto alla collaborazione con l'OIEA. Esattamente una settimana prima, il Congresso USA ha approvato un finanziamento di 7,5 milioni di dollari per l'investigazione e lo sviluppo di nuove armi nucleari che avranno la capacità di penetrare nei bunker. Altri 6 milioni di dollari erano previsti per lo sviluppo delle cosiddette “mini-nukes” o “mini bombe nucleari”, capaci di distruggere depositi di armi ed ogni tipo di installazioni militari, e civili.

[9] nel bilancio della difesa si parla di "Conduct the Tunnel Target Defeat Advanced Concept and Technology Demonstration(s, (ACTD, Full-Scale tunnel defeat demonstration using high explosives to ti simuli a low yield nucleare weapon ground shock environment at Department of Energy's Innevato Test Site."

[10] Rebelion, 12 marzo 2006.

[11] vedere "Guerra nucleare contro l'Iran.", Michel Chossudovsky, Rebelion, 10 gennaio 2006.

[12] vedere "L'amministrazione Bush prepara l'attacco militare all'Iran.", Rebelion,  9 gennaio 2006.

[13] “Gli Stati Uniti non scartano un attacco all'Iran in nome dell'autodifesa”, Rebelion, 21 aprile 2006.

[14] vedere "Atomi e geopolitica contro Teheran e Pechino", Augusto Zamora R, Rebelion, 5 marzo 2006.

[15] "India ed Iran: un'altra dimostrazione dell'ipocrisia occidentale.", Alberto Cruz, Rebelion, 6 marzo 2006.

[16] "Movimenti di pedine nel sud dell'Asia", Txente Rotondo, Rebelion, 11 marzo 2006.

[17] “Cina ed USA verso un conflitto bellico per la Taiwan?", Soeren Kern, 4 aprile 2005.

[18] vedere anche “Il collasso dell'impero statunitense", Kirpatrick Esce, Rebelion, 26 febbraio 2005.

[19] per un'analisi più profonda dell'importanza dello SCO, vedere il testo "L'incubo geopolitico degli Usa e gli accordi strategici euroasiatici sull'energia.", F. William Engdahl, Rebelion, 13 maggio 2006.

[20] si vedano i dettagli in "Apocalisse" di George Monbiot

 

 

Traduzione per www.resistenze.org di FR